lunedì 5 marzo 2012

Demo-consumo-crazia??


 L'Occidente è al tramonto? E con esso il nostro benessere e la "connessa" democrazia? Riusciremo a insegnare la democrazia agli altri o la disimpareremo noi? La parte più scottante del testo di Vittorio Emanuele Parsi è quella in cui si afferma che democrazia e consumi viaggiano di pari passo. E' davvero così? O saremo così bravi (tutti, non solo alcuni eletti) da fare dietrofront e accontentarci di pochi oggetti più tanta cultura e dignità? Questo testo è solo il primo. Ecco il secondo. Il terzo. Il quarto. Il quinto.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Bell'articolo di Parsi che centra i problemi dell'Occidente anche se non penso la prospettiva "irrealistica" ma di lungo se non lunghissimo termine e che l'Occidente non ha una faccia ma almeno due riguardo la democrazia: modello anglosassone-prevalenza del mercato e centro europeo-capacità di coniugare mercato e democrazia.
Ma in entrambi la creazione di lavoro e quindi i consumi ha creato le premesse per la democrazia. I consumi, non gli sprechi, sono essenziali (parte degli inalienabili diritti) o non essenziali ma importanti per lo sviluppo della persona.
Per creare lavoro occorre investire e qui entra in gioco la finanza privata e quella pubblica.
La prima ha l'obiettivo di remunerare il capitale e la seconda di garantire i beni essenziali alle persone e creare le condizioni per il sistema produttivo (beni e infrastrutture)ai migliori costi. La crisi in Occidente deriva da insufficienza di investimenti privati e pubblici, per cui quelli privati ricercando il massimo profitto tendono a ridurre il costo e i posti di lavoro, mentre quelli pubblici determinano il debito pubblico, maggiori imposte.
Se è il lavoro, diritto-dovere, la priorità come premessa alla democrazia occorre da una parte porre limiti al profitto e contemporanemente aumentare il lavoro-dovere per trovare il necessario equilibrio. Come ogni equilibrio richiede grande sforzo e impegno per raggiungerlo e questo è il compito della politica.
giancarlo

Anonimo ha detto...

è la politica ancella dell'economia?
pensaci Giancarlo.
Giorgio Ce.

Anonimo ha detto...

No, la politica non deve essere "ancella" dell'economia, ma per non esserlo deve sapere come essere il più indipendente possibile dalla finanza e poichè la democrazia è il governo della maggioranza, nel rispetto delle minoranze, deve saper proporre soluzioni nell'interesse generale ricevendo il consenso della maggioranza e quindi la forza per dettare regole alla finanza.
Occorrono politici che lavorino per l'interesse generale e non per il loro personale o per il partito.
giancarlo