L'Occidente è al tramonto? E con esso il nostro benessere e
la "connessa" democrazia? Riusciremo a insegnare la democrazia agli
altri o la disimpareremo noi? La parte più scottante del testo di Vittorio
Emanuele Parsi è quella in cui si afferma che democrazia e consumi viaggiano di
pari passo. E' davvero così? O saremo così bravi (tutti, non solo alcuni
eletti) da fare dietrofront e accontentarci di pochi oggetti più tanta cultura
e dignità? Questo testo è solo il primo. Ecco il secondo. Il terzo. Il quarto. Il quinto.

3 commenti:
Bell'articolo di Parsi che centra i problemi dell'Occidente anche se non penso la prospettiva "irrealistica" ma di lungo se non lunghissimo termine e che l'Occidente non ha una faccia ma almeno due riguardo la democrazia: modello anglosassone-prevalenza del mercato e centro europeo-capacità di coniugare mercato e democrazia.
Ma in entrambi la creazione di lavoro e quindi i consumi ha creato le premesse per la democrazia. I consumi, non gli sprechi, sono essenziali (parte degli inalienabili diritti) o non essenziali ma importanti per lo sviluppo della persona.
Per creare lavoro occorre investire e qui entra in gioco la finanza privata e quella pubblica.
La prima ha l'obiettivo di remunerare il capitale e la seconda di garantire i beni essenziali alle persone e creare le condizioni per il sistema produttivo (beni e infrastrutture)ai migliori costi. La crisi in Occidente deriva da insufficienza di investimenti privati e pubblici, per cui quelli privati ricercando il massimo profitto tendono a ridurre il costo e i posti di lavoro, mentre quelli pubblici determinano il debito pubblico, maggiori imposte.
Se è il lavoro, diritto-dovere, la priorità come premessa alla democrazia occorre da una parte porre limiti al profitto e contemporanemente aumentare il lavoro-dovere per trovare il necessario equilibrio. Come ogni equilibrio richiede grande sforzo e impegno per raggiungerlo e questo è il compito della politica.
giancarlo
è la politica ancella dell'economia?
pensaci Giancarlo.
Giorgio Ce.
No, la politica non deve essere "ancella" dell'economia, ma per non esserlo deve sapere come essere il più indipendente possibile dalla finanza e poichè la democrazia è il governo della maggioranza, nel rispetto delle minoranze, deve saper proporre soluzioni nell'interesse generale ricevendo il consenso della maggioranza e quindi la forza per dettare regole alla finanza.
Occorrono politici che lavorino per l'interesse generale e non per il loro personale o per il partito.
giancarlo
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