Bilanci di fine anno, di fine epoca, di fine cosa?
Dove andremo a finire?
Quale Italia, quale Europa, quale Mondo ci aspettano nel vicinissimo 2012 e negli anni che (profezia Maya permettendo) seguiranno?
Di sicuro, è un dilemma.
Parliamone, prendendo spunto da una riflessione di Antonio Polito.
Altri link: 1, 2, 3, 4, 5, 6.

2 commenti:
La riflessione di Politi è un canto acritico allo sviluppo, alla crescita. Certo in emergenza come siamo non si va per il sottile, poche chiacchere la via per uscirne è quella di sempre. Infatti il capitale segue per la sua strada. Ora sappiamo che sono 140 le imprese che controllano il 47% del potere finanziario mondiale( vedi link n7):saranno loro, i monopoli,a determinare tempi e modi delle crescita. Una crescita che subiamo, che è per pochi, che crea disuguaglianze immense, che compromette i beni naturali. Siamo per la crescita, per lo sviluppo ma che sia principalmente crescita e sviluppo della persona. Il legame crescita e consumi è un indice sbagliato forse perverso. Infatti genera ansia quando non consumiamo abbastanza. Magari ci fanno sentire in colpa, quando bisognerebbe responsabilizzare il cittadino a un consumo contenuto, essenziale al buon vivere. Ed è buon viver quando il sistema sociale rispetta la dignità di ognuno che è diritto al lavoro, alla libertà d'inziativa, alla sicurezza dell'aiuto,al sentirsi parte della comunità, ad un ambiente accogliente. Un buon vivere che serva alle nuove generazioni. Iliano
Il peso che ci schiaccia è innanzitutto il debito, che alcuni hanno accumulato e altri non sono stati capaci di ridurre. La responsabilità è di costoro ma anche di chi a suo tempo li ha eletti.
In quanto alla mitica e anche vituperata crescita, vediamo di pensare in altro modo. E' bene, anzi necessario iniziare a ripensare la direzione in cui incamminarsi. Se crescita deve essere, che sia pensata in funzione del mondo al quale vogliamo tendere. I consumi non sono la panacea, anzi sovente la soluzione è limitarli. Per creare lavoro, meglio privilegiare attività che siano remunerative per chi le promuove ma che al tempo stesso evitino di percorrere le stesse malate strade del passato. Ma qui si tratta soprattutto di un lavoro di educazione degli stessi consumatori...
Ma dicevo, vediamo le cose da un altro verso. Crescita è una parola vuota e falsa. Pensiamo piuttosto a un sistema-Paese italiano ed europeo dove ci siano meno sprechi possibile (vedi alcune situazioni del pubblico impiego ad esempio, vedi le tante aree parapubbliche popolate di politicanti o di fiancheggiatori della mala politica), dove ci sia meno nero e meno evasione, dove la giustizia sia giusta e funzionante. Facciamo il tagliando al Paese, facciamolo funzionare come si deve, in maniera più semplice ed efficiente. Le cose che non vanno e vanno riviste sono pressoché infinite. Ripensiamo tutto facendo tabula rasa, facendo valere tenacemente solo le opzioni di fondo nelle quali crediamo, correndo anche qualche rischio, non attaccandoci ai particolari e cercando una visione globale delle cose. Che sia salvaguardata la sicurezza e la dignità di tutti, che venga premiato il merito ma senza abbandonare nessuno, che le tante mafie vengano perlomeno attenuate, che le discriminazioni di ogni genere, se non eliminate vengano almeno ridimensionate...
Insomma, anche senza voler ricostruire l'Universo, da lavorare ce n'è. Diamoci da fare.
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