Clara Sestilli ci propone una riflessione sull'abuso del suolo coltivabile:
Che senso possiamo attribuire al tema agricoltura noi cittadini consumatori globalizzati?
Il recente rapporto sui cambiamenti nell'uso del suolo e i relativi effetti ambientali, promosso da Fondazione Cariplo e realizzato dal Politecnico di Milano - Dipartimento Architettura e Pianificazione - si è basato su rilevazioni satellitari e ha indagato le trasformazioni territoriali in Lombardia e nelle province di Novara e
Verbania dal 1999 al 2008, riportando un vertiginoso aumento dell'urbanizzato. Solo per citare un primo dato eclatante, in Lombardia in questo arco temporale le superfici antropizzate sono cresciute di circa 49.000 ettari, dei quali quasi il 95% sottratti alle aree agricole (seminativi e colture permanenti).
Parallelamente, è stata condotta una campagna fotografica "dal basso" sugli spazi aperti nell'area attorno a EXPO, con oltre 7000 scatti eseguiti nell’estate 2008. Lo scopo era di far conoscere ai cittadini, ma soprattutto alle amministrazioni pubbliche, la presenza ancora di aree agricole e naturalistiche di valore insieme ad aree di profondo degrado. Una selezione delle fotografie è stata presentata in una mostra alla Triennale di Milano lo scorso ottobre, con lo scopo di stimolare una politica del territorio più attenta alla qualità degli insediamenti, all'integrazione con il paesaggio e alla valorizzazione degli spazi aperti come tali e delle aree agricole.
Benchè cittadini abituati a supermarket, centri commerciali, merci straniere, occupiamo sempre più a fatica e con meno salute una parte di quella pianura lombarda conosciuta per la fortissima vocazione rurale. Se si continua ad urbanizzare suoli adatti all'uso agricolo, se ne diminuisce la produttività e quindi il cibo, aumenta la dipendenza alimentare da altri paesi e aumentano i costi per rendere utilizzabili quei suoli che per propria natura o precedente urbanizzazione sono meno adatti all'agricoltura. Si riduce, inoltre, la permeabilità dei terreni a fronte di frane, alluvioni, erosioni superficiali, con tutti i rischi idrogeologici e la modificazione-distruzione di habitat che ne conseguono. Riflettere sugli spazi aperti è quindi necessario e utile per impostare una nuova immagine degli stessi che unisca l'agricoltura e la città, la natura e la società, e spinga nella direzione di un cambiamento culturale che modelli- rivedendoli- i meccanismi decisionali locali.
Un forte stimolo culturale arriva dal Consiglio di zona 6 che si è fatto promotore della presentazione di tre progetti di sostenibilità ambientale nel Parco Agricolo Sud - sostenuti dalla Fondazione Cariplo - per la creazione di filiere agroalimentari sostenibili. I tre progetti sono coordinati rispettivamente da Slow Food Italia, il Parco Agricolo sud Milano e Forum Cooperazione e Tecnologia. Quest’ultimo prevede anche laboratori di nuova agricoltura sperimentale e didattica e la creazione di un comitato di Amministrazioni Sensibili che include i comuni di Cesano, Corsico e Melegnano e probabilmente ne accoglierà altri e di un un comitato scientifico a supporto delle trasformazioni delle attività agricole.
E’ inoltre prevista la creazione di reti per lo scambio di informazioni, l'intreccio fra semine e impegni di acquisto in previsione dei raccolti e piattaforme logistiche che avvicinino la domanda e l'offerta di prodotti e favoriscano le relazioni sociali (alcuni punti vendita sono già operativi, come Cascina Cuccagna e Il Mercato della Terra di Slow Food in Largo Marinai d'Italia). In questo senso il sito web del progetto di Slow Food Nutrire Milano (www.nutriremilano.it) svolgerà un servizio di interfaccia tra le aziende agricoli e diversi segmenti di consumatori (gruppi d’acquisto e semplici cittadini), rendendo più accessibile un nuovo modo di acquistare gli alimenti e di nutrirsi.
Nel presentare questi progetti Il Presidente del Cdz 6 ha candidato la Zona 6 a fare da apripista nei confronti dell’amministrazione cittadina nell’avvicinare le produzioni agricole del Parco Sud alla zona e ha invitato i limitrofi Consigli di zona ad affiancarsi nella condivisione e sperimentazione di un nuovo modo di realizzare la municipalità. Invito che andrebbe raccolto con la giusta valutazione della rilevanza di tale operazione.

1 commento:
Che dire se non che le osservazioni che Clara ci trasmette sono pienamente condivisibili.
Basta guardare fuori dal finestrino del treno (nella pianura padana per esempio) per vedere il consumo
abnorme del suolo. Ricordo un articolo di venticinque anni fa di Luciano Barca su Rinascita,ricco di dati. Da allora la situazione è certamente peggiorata in assenza di consapevolezza del problema( o di interessi più forti: vedi PGT di Milano).
Giorgio Ce.
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