martedì 28 febbraio 2012

NO-TAV o NO-TUTTO?


Egoisti di valle, talebani dell'ambiente, antagonisti duri e puri? Tutto questo e niente di questo. Il traforo ferroviario non c'entra più nulla: per questi seguaci di Gandhi col petardo la fionda e il casco, quel che conta è fermare, bloccare, scardinare, rovesciare. No-Tav: sigla come tante, una delle tante facce di un No-Tutto globale che si manifesta dovunque ci sia un pretesto, un motivo d'angoscia. E di motivi, al momento, ce ne sono tanti. No-Tav come febbre, come sintomo che va tenuto sotto controllo se ancora si crede in una convivenza democratica. Ma la ragion d'essere della democrazia sta nella fatica, nella pazienza, nella determinazione di individuare e modificare le tante cose che non vanno.
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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo post non rispecchia la posizione di tutti gli iscritti al circolo e non rispetta le legittime preoccupazioni di chi, pur deprecando gli atti di violenza, non vuole vedere una valle sventrata ed un capitale pubblico sperperato per un'opera tanto colossale quanto inutile.

Saluti democratici,

Vincenzo

Sillycows ha detto...

Scinderei la cosa in due parti. Prima parte: il fatto che la ferrovia c'entra ormai poco sembra una diagnosi abbastanza condivisa. Abbiamo ormai un miscuglio di valligiani, anarchici, ecologisti-luddisti, centri sociali sparsi in tutto il Paese e anche fuori che, appena possono, vengono a far casino in Val di Susa ma pure in altre parti del Paese, e lo farebbero probabilmente per qualsiasi altra "causa". Poi le motivazioni possono essere presentate come "razionali" anche perché con certi numeri e concetti si può dimostrare tutto e il contrario di tutto.
Seconda parte: credo che la cosa più importante sia questa: il blog lancia un argomento perché ognuno esponga il suo parere. La discussione, anzi il dialogo sono il pane del blog, sennò che ci sta a fare? Bene dunque affermare che il traforo è opera faraonica e inutile, accettando però che altri la giudichino parte di una rete europea capace di portare prosperità nelle regioni attraversate e di rinsaldare i legami (economici,umani, identitari) fra le varie genti d'Europa.

Anonimo ha detto...

In Italia abbiamo precedenti "illustri" di devastazioni inutili: la piana di Gioia Tauro. Abbiamo innumerevoli esempi di opere pubbliche fatte nell'interesse dei nprivati appaltatori con consistenti presenze mafiose.
Esisste la possibilità di discutere su dati oggettivi.
Per ogni opera nella quale concorrono in tutto o in parte finanziamenti statali, è prevista l'analisi costi e benefici ee la valutazione di impatto ambientale.
Sono stati resi pubblici quelli per la TAV della Valsusa e dove?
Giorgio Ce.

Anonimo ha detto...

Dopo il fenomeno NIMBY (not in my backyard/non nel mio giardino) siamo al BANANA (build absolutely nothing anywhere near anything), ed è proprio da repubblica delle banane tutto il can can No Tav notoriamente portato avanti da un branco di squatter torinesi più qualche valligiano oltranzista. Tutti gli argomenti No Tav, dall'amianto alla mafia al non serve a niente, sono solo questioni di prospettiva. Con i lavori fatti in sicurezza, il rispetto delle leggi e con un pensiero all'Europa e al lungo periodo diventa tutto giusto e sostenibile. Non è forse sventrato l'Appennino dall'Autostrada del Sole e dalla TAV? Ma qualcuno qui ritiene davvero di poter sostenere che non ha senso? Senza l'autosole ci sarebbero l'outlet e il circuito del Mugello? Qual è l'indotto di questo ecomostro chiamato infrastruttura? Eppure me le ricordo le manifestazioni contro la variante di valico e compagnia bella. Ma guardando oltre i monti vi assicuro che arrivare in tre ore da Milano a Lione amplierebbe e di parecchio la portata dell'azienda in cui lavoro, per non parlare di tutte quelle piemontesi. Ma perchè parlare di soldi, è bello mungere il latte la mattina e non avere nemmeno l'adsl, perchè si stava bene quando i confini erano quelli del paesello ed i problemi si arrestavano sullo zerbino di casa.

Giacomo

Anonimo ha detto...

Difficilmente una decisione trova l’unanimità e chi governa ha la responsabilità finale di decidere.
E in una democrazia chi sbaglia paga o almeno così dovrebbe essere.
Premesso quanto sopra ed escludendo chi non è interessato al problema in sé ma lo utilizza per altri obiettivi mi pare il problema divisibile principalmente in due parti:
- obiettivo
- modalità
L’obiettivo non è italiano ma di livello europeo, anche se ciò non toglie la possibilità di contestare.
L’opera è un tassello di un progetto europeo di più assi EST-OVEST e NORD-SUD per la movimentazione delle merci , decrescita permettendo. Nessun Paese interessato ha posto in discussione il progetto di aumentare e migliorare le infrastrutture europee. Se si vuole conoscere l’utilità dell’intero progetto si dovrebbe valutare lo studio di fattibilità preparato a livello europeo.
Ogni decisione ha sempre una quota di indeterminatezza anche con i migliori studi di fattibilità perché molti dati sono sempre basati su delle ipotesi relative al futuro. In questi casi difficilmente può valere il principio di precauzione, nell’incertezza non fare. Quando hanno costruito la galleria del Brennero quanti tir e quanti treni passavano? Nessuno aveva previsto la caduta del muro di Berlino e l’allargamento dell’UE ai Paesi dell’Europa dell’Est che oggi importano ed esportano merci lungo quella tratta.
Le modalità dovrebbero
- ridurre l’impatto ambientale il più possibile ma non è annullabile,
- evitare l’ingerenza della criminalità organizzata e quindi mettere in atto tutte le procedure e i controlli perché essa non possa operare. Se si condiziona l’opera a questa possibilità vuol dire che se essa vale nessuna grande opera può essere realizzata.
- costo e lievitazione anomala dei costi valgono le stesse riflessioni sulla criminalità organizzata procedure e controlli .......
- concordare compensazioni per i disagi di lungo termine alla popolazione e all’economia sopportati localmente per un beneficio generale
La presenza di una linea ferroviaria già esistente è da sottoporre a una valutazione costi e benefici a parità di obiettivo. A questo riguardo una domanda che mi faccio è perché la Francia e i cittadini del versante francese non hanno utilizzato la parte esistente sul lato francese?
Se vi sono argomenti che invalidano quanto ho cercato di dire sarei molto interessato a conoscerlie a recepirli.

giancarlo