martedì 14 febbraio 2012
PD dove vai?
PD dove vai se la bussola non ce l'hai? L'Italia prima di tutto, ma non ti fa impressione stare in maggioranza con Alfano? Perché queste Primarie, che hai portato tu in Italia, i tuoi non sono nemmeno capaci di gestirle? Che vorrà questa gente che ti confonde con gli apparati, con le solite facce mentre tu invece, insomma tu sei qualcosa di diverso e di nuovo oppure no? Qual è la tua anima vera, se ne hai una, o due, o tre? Il tuo codice etico ha fatto di te una casa di vetro o qualche vetro è ancora appannato? Perché tante energie, tante risorse disperse in lotte interne? Quando Monti lascerà, che ne sarà di te, che ne sarà dello scenario attuale della politica? Domande, domande - forse eccessive? - in un'Italia in ristrutturazione. Per un Partito in analisi fin da quando è nato. Proviamo a dare le risposte.
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13.
Proposta di legge appena presentata dal PD:
riforma dei partiti politici in attuazione dell'ART 49 della Costituzione.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)

3 commenti:
Inutile dire che il risultato delle primarie di Genova brucia. E tanto più brucia quanto piu' appare netta la realtà che avrebbe visto vincente un candidato pd se solo, memori di recentissime esperienze appena trascorse (una su tutte, Napoli), si fosse evitato di presentarsi divisi. Non foss'altro per non dare per l'ennesima volta l'amara impressione di essere un partito poco unitario e quindi non meritevole di fiduciaria. L'augurio è che dalle prossime primarie, in caso di dubbi fra più candidati pd, si proceda in prima battuta a primarie di partito, così da presentarsi alle primarie di coalizione a seguito di scelta di unico canditato. La vittoria non sarà certa, ma quanto meno assai più probabile. Tale probabilità inoltre aumenterà tanto quanto più si voglia provvedere a scegliere candidati in grado di interpretare i sentori del momento, di captare desideri e stati d'animo. Insomma il pd deve spogliarsi dalle vesti di partito burocratico e figlio degli inciuci di palazzo, per indossare i veli più leggeri di rinnovamento, vitalizzazione, risveglio della comune coscienza.
Detto ciò, da oggi Marco Doria è il nostro candidato, senza se e senza ma. Affermare il contrario sarebbe sminuire e svilire la valenza delle primarie e del meccanismo a esse sotteso. Ma inevitabilmente mi chiedo se riuscirà prima o poi il nostro partito ad affermare un'unità, da troppo tempo ormai dispersa in tante anime e in poca coesione.
Barbara Caviglia
L'esito di una Primaria di coalizione dipende da tante cose. Innanzitutto da chi sono coloro che decidono di non partecipare. Questa scelta è legata ovviamente a quanto uno è "contento" del suo partito e dei candidati in lizza. Poi c'è un altro fatto: poiché il PD ha tante componenti, capeggiate da tanti esponenti, poiché gli stessi incritti non remano tutti nella stessa direzione, finisce che le primarie significano anche un "contarsi" per vedere e fra vedere quanto si conta nel Partito. Un tirare il Partito in una direzione o in un'altra. Insomma l'idea che uno va alle Primarie per scegliere serenamente la persona che secondo lui ha più probabilità di vincere non spiega tutto. O invece sì: ovvio che se io vorrei che il Partito avesse questa posizione, penso anche che il candidato corrispondente sia il più adatto a vincere. Insomma le Primarie sono un giocattolo complesso, però utile. Se non altro perché scompaginano le logiche delle cordate e delle contrapposizioni personali. E poi, se il Partito vuole che vinca il suo candidato, faccia in modo che al suo interno emergano persone di spessore, capaci di ispirare entusiasmo e fiducia, persone appassionate e coerenti che sappiano farsi apprezzare anche al di fuori delle solite cerchie ristrette e che non aspirino alla politica semplicemente come "posto fisso"
In un mondo nel quale la crisi finanziaria è solo l'esito finale di una serie di crisi che finora hanno toccato solo indirettamente noi, finora felici, abitanti dell'occidente, di quel 20% che consuma l'80% delle risorse del pianeta: crisi ambientale , alimentare, abitativa ecc, noi PD non abbiamo uno straccio di proposta, non dico per risolvere ma neanche per alleviare le sofferenze che tale situazione produce.
La differenza tra noi ed il PDL tende a ridursi a Berlusconi.
E se Berlusconi non si ripresenta non rischiamo forse che l'elettorato preferisca l'originale alla copia?
Per quanto riguarda il risultato di Genova occorre rilevare il calo della partecipazione al voto: chi ci dice che la candidata alternativa alla Vincenzi le abbia portato via dei voti e non si sia portato dietro i voti suoi e che in sua assenza la partecipazione sarebbe ulteriormente calata?
Giorgio Ce.
Posta un commento