Chi fa politica con impegno disinteressato sa bene che la politica è bella, difficile e degna di rispetto. Eppure tante persone sposano l'antipolitica: perché? Basta guardare le cronache: la moneta cattiva rischia di scacciare la buona. Chi non ne vuol più sapere della politica è perché confonde la politica con la malapolitica e si comporta di conseguenza. Non possiamo dar torto a queste persone: leggendo i giornali è spesso questo aspetto deteriore a emergere, assieme a tanti personalismi, a divisioni pretestuose in nome di ideali solo proclamati... Fatta salva la presunzione d'innocenza, puntualizzato che non tutti i casi enumerati da Ernesto Galli della Loggia sono uguali, non si può che inorridire di fronte allo squallido quadro della nostra cosiddetta classe dirigente (o parte di essa) che emerge dal suo articolo. L'Italia è malata, lo siamo tutti in grande o piccola misura. Se i partiti vogliono continuare nella loro nobile e insostituibile missione di democrazia DEVONO esercitare l'intolleranza assoluta verso qualsiasi cedimento alle umane debolezze. Devono "esagerare" in questo, a costo di qualche ingiustizia. Devono avere finanze trasparenti non solo i partiti ma tutte quelle associazioni e fondazioni che sostengono personalità e gruppi in lotta fra loro all'interno dei partiti. In caso contrario, l'antipolitica dilagherà. 1, 2.

4 commenti:
possiamo consolarci riflettendo sul fatto che l'estendersi di questi costumi ha contribuito in modo rilevante all'aumento del PIL e che l'ulteriore diffondersi degli stessi può contribuire alla ripresa della crescita.
Giorgio Ce.
Oggi sei più sarcastico del solito, Giorgio. Spero invece che la situazione limite venutasi a creare faccia sgonfiare coloro che impersonano queste insane mentalità, insieme ai loro voti. In quanto alla "crescita", bisogna vedere che cosa è opportuno far crescere: il consumo da parte nostra di cose il più delle volte inutili come si fa ormai da troppo tempo? Il numero di coloro che "consumano", estendendo i consumi a coloro che non hanno mai consumato mentre noi consumavamo le loro risorse, passando però a un'idea molto più sobria di consumi? Più ci ragioniamo, meglio è. In ogni modo temo che il tema del post fosse un altro...
Chi parla di decrescita, Latouche, intervistato in una casa ricca d'oggetti d'arte privati di grande valore, non appare molto coerente con le sue tesi. E questo mi riallaccia a quei politici e alla loro politica verbale incoerente con i comportamenti personali fino ad arrivare ad usare i fondi pubblici ai loro partiti per scopi incoerenti con quelli per cui sono stati forniti. Forse i fondi sono stati esagerati e bisogna ridurli, non abolirli, ma bisogna anche che il controllo sulla democrazia e la trasparenza dei partiti, Art 49 della Costituzione mai attuato, diventi un dovere sentito da ogni cittadino.
Personalmente vorrei che tutti i fondi ora posseduti dai partiti sotto qualunque forma (fondazioni, associazioni etc) fossero convertiti anche con vendita dei beni fissi in titoli del debito pubblico se proprio non si vuole che vengano restituiti ai cittadini.
giancarlo
La tua idea, Giancarlo, mi appare provocatoria anche alla luce di quanto affermi nelle righe precedenti. Però mi lascio prendere dall'emotività e la sottoscrivo. Qui bisogna spalancare le finestre. Tutte le finestre, anche quelle delle stanze che profumano di pulito.
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