giovedì 15 marzo 2012

Il nostro eroe

La foto di Vasto sta sbiadendo. L'immagine che abbiamo considerato sino all'avvento del governo Monti come una concreta e possibile alleanza di centro-sinistra e' ormai da ritenersi tanto logora e ingiallita che a stento si individuano i contorni dei protagonisti. Gia', i protagonisti. Sono proprio quest'ultimi ad averla resa tale. In queste ore, mentre noi scriviamo e voi leggete, Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola si stanno incontrando con una intensita' che non ha precedenti. Ordine del giorno: lavorare a una coalizione di centro-sinistra in grado di unire, senza se e senza ma e con una probabilita' di riuscita che ad oggi non tutti le riconoscono, il Partito Democratico, Sinistra e Liberta' e le forze moderate di centro, a cui punta soprattutto Bersani. E gli incontri fra i due leader si fanno via via piu' serrati quanto piu' aumentano le dichiarazioni del PDL con toni da piena e viva campagna elettorale; cosi' Angelino Alfano: "la sinistra portera' le nozze gay". "Parole volgari", ha detto qualcuno, ma sicuramente hanno ottenuto il risultato di far litigare su tale questione a distanza di giorni i dirigenti del PD; addirittura la presidente Bindi (fermo no il suo ai matrimoni omosessuali) contro il vice Scalfarotto ("il matrimonio e' l'unica soluzione razionale per le coppie omosessuali"), posti in posizioni lontane da qualsiasi compromesso. Ed e' solo una delle questioni che mostra in controluce i punti di massima fragilita' del Partito Democratico; se poi ribaltiamo il tutto in un'ottica di alleanza di centro-sinistra che va da Vendola a Casini la situazione si complica in maniera esponenziale, poiche' non solo vi sono in materia di temi civili posizioni assai estranee a una qualsivoglia sintesi, ma anche su tematiche politico-economiche (due su tutte flessibilita' e articolo 18).
A questo punto non resta che un inestricabile dubbio: riuscira' il nostro eroe a mettere d'accordo intorno allo stesso tavolo tutte le variegate componenti di questa nuova alleanza di centro-sinistra? E qual e' l'identita' di questo eroe? Bersani o chi altro? E l'alleanza a cui quest'ultimo sta lavorando e' davvero quella giusta?
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12 commenti:

Anonimo ha detto...

Con l’occasione parlare del tema passato “Riformare il lavoro” rimasto senza alcun commento. Tema difficile? Quale sarebbe l’obiettivo su questo tema di quelli della foto di Vasto, di quelli di PD+Terzo polo e di quelli da Vasto a Terzo polo? Pareri chiari e diversi sull’Art. 18, nessuna modifica e modifica dei primi due rispettivamente. Sarebbe un successo se su questo aspetto una modifica che separi la parte relativa alle discriminazioni con processi resi celeri dalla parte relativa alla situazione organizzativa e/o economica dell’azienda mettesse d’accordo i terzi .
Ma sul tema di come dare flessibilità al sistema senza precarietà o come aumentare la remunerazione del lavoro potrebbe essere trovata una proposta condivisa?
Rimane poi il tema di fondo, quale obiettivo deve avere il sistema di ammortizzatori sociali?
Perché da esso e dalle relative coerenti proposte dipende il suo costo e poi le modalità per il recupero dei fondi necessari. Su questo punto non mi sono chiare le posizioni di ciascuna delle tre formazioni, ma sicuramente vorrei che qualunque essa sia individui il fondo necessario totale e non parziale e le relative coperture per renderla estesa a tutti quelli a cui è diretta. Se poi qualcuno le conosce sarebbe interessante e opportuno discuterne magari anche sul blog.
giancarlo

Sillycows ha detto...

Osservazioni precise e puntuali, Giancarlo. Aggiungo che i protagonisti della foto (l'ultima, quella con Monti) hanno diversità d'idee anche rispetto a tante altre questioni. Però resterei più su un piano generale. Anche sul lavoro vedrai che nonostante tutto alla fine ne usciranno tutti "insoddisfatti" ma tutti in accordo.
Qui c'è aria di cambiamenti: leggiti quello che ha detto ieri Fini... Al di là e al di sopra delle singole questioni qui si tratta di ricostruire le basi di questo Paese. Di individuare le regole condivise (né di destra né di sinistra) del confronto democratico. Una ricostruzione materiale e morale fatta la quale riprenda (se possibile civilmente) la contrapposizione.
In questa fase io mi fiderei della maturità, dell'esperienza e anche della sensibilità del nostro Segretario. L'obiettivo è quello di fare il bene del Paese; per raggiungerlo è necessaria una enorme dose di realismo e anche di coraggio.

Anonimo ha detto...

Sicuramente Bersani sta cercando di intrapprendere un lungo cammino per ricostruire e la direzione sembra quella giusta in particolare quella che vede coinvolti il socialista francese Hollande e il socialdemocratico tedesco Gabriel. Ma il PD è d'accordo o c'è sempre chi non vuol morire socialdemocratico.
Questa mattina a Prima pagina alla radio Rai3 una signora ha detto in poche parole quello che anch'io non riesco sempre a sintetizzare efficacemente cioè che l'Italia deve decidere se tendere al modello del Nord America o a quello del Nord Europa. L'Italia quindi deve comportarsi coerentemente con fatica e per lungo tempo per avvicinarsi all'obiettivo che ovviamente per me è il Nord Europa.
Quindi si appoggi il Governo ma si prepari e concordi con chi ci sta un programma per le prossime elezioni per migliorare ed eventualmente corregere le riforme che verranno proposte o approvate.
Senza un chiaro futuro programma difficile essere credibili a meno che non si voglia raccatare voti barcamenandosi un pò a destra un pò a sinistra incoerentemente.
giancarlo

Sillycows ha detto...

Credo che più nessuno qui guardi al bieco liberismo americano, del quale in ogni modo tanti Americani vanno fieri. Perlomeno nella formula originale USA; al massimo qualcuno vorrebbe importare alcuni ingredienti di quella formula. Qui da noi, nonostante la crisi e la concorrenze internazionale, ci vogliono formule più attente alle difficoltà delle persone; ma ugualmente attente a che la società non si sieda e funzioni bene rendendo merito al merito. E' questo l'orizzonte delle socialdemocrazie? Può darsi. Però se una parte del PD non vuol "morire socialista" ha una serie di ragioni (anche storiche) che vanno rispettate. Non dimentichiamo che il PD siede in Europa nel gruppo dei Socialisti e Democratici. Non è solo una furba trovata nominalistica. Allora noi dovremmo trovare le ragioni del nostro stare insieme, e una visione sempre più condivisa, senza aggrapparci a formule precise. Credo che questo cammino lo stiamo percorrendo abbastanza bene; e che, quando avremo superato il Capo Horn della riforma del Lavoro, le difficoltà di reciproca comprensione diminuiranno.

GPG ha detto...

Al di là delle opinioni il sondaggio di Diamanti pubblicato oggi su Repubblica mostra che gli elettori del PD -per quanto riguarda le opinioni su i temi considerati dirimenti (articolo 18, coppie di fatto e TAV)- sono molto più simili a quelli di FLI che a quelli di SEL. Da questo bisognerebbe partire per comprendere che il problema delle alleanze non è un problema di amicizia o simpatia ma di progetti e contenuti. Ora noi siamo campioni nel blaterare e non decidere (vedi i Dico, Ichino vs. Fassina e le illusioni di lotta e di governo): dobbiamo semplicemente finirla. Prendere una posizione riconoscibile e non negoziabile in modo che siano gli altri a rincorrere noi e non noi a rincorrere loro. Altrimenti mi troverò a votare alle prossime elezioni FLI turandomi il naso e forse qualche cosa di più.

Giacomo

Anonimo ha detto...

Se qualcuno all'interno del Partito Democratico non vuole "morire socialista" forse dovrebbe porsi il dubbio se non ha sbagliato partito. Il PD e' per sua storia e costituzione un partito da ascriversi alla piu' gloriosa e autentica linea delle socialdemocrazie europee. Senza vergogna. Sin quando non riusciremo a dare un'identita' netta e socialdemocratica a questo partito resteremo degli eterni cerchiobottisti, senza capacita' di parlare con chiarezza agli elettori e pertanto senza futuro politico.

Pablo

Anonimo ha detto...

So che è stato inserito un nuovo post ma spero che qualcuno legga ancora i commenti a questo post perchè il tema credo vitale per il PD.
Che l'orizzonte delle socialdemocrazie non è di sedersi lo può provare la sempre citata Danimarca, anche se ovviamente anch'essa non è perfetta ma sempre perfettibile, da più di vent'anni hanno impiegato energia eolica con tecnologia innovativa, fin nei più remoti paesini vi è una bibliteca frequentatissima con internet per tutti anche bambini.
I commenti di Giacomo e Pablo sono esemplari mostrando le due anime del PD. Si può riuscire a trovare una programma condiviso non di compromesso al ribasso o è necessario che una delle due anime se ottiene la maggioranza nel PD decida il programma o si arriverà a dividersi?
giancarlo

Sillycows ha detto...

Se la cosa si pone in termini drastici si potrebbe anche arrivare alla scissione. In questo caso addio PD: potrebbe eventualmente andare avanti un altro partito. Ma noi al PD come incontro di diverse culture e tradizioni abbiamo creduto e crediamo.
Le due anime possono convivere senza compromessi al ribasso se superiamo le eredità del Novecento e analizziamo le cose senza chiusure. E' quello che si sta tentando di fare, non senza difficoltà.

Anonimo ha detto...

Mi auguro che sia così.
Ma prendiamo il problema sul tavolo la riforma del mercato del lavoro. Nel suo complesso essa prevede di salvaguardare estendendo a tutti il principio della discriminazione mentre si sono modificati il regime disciplinare, che personalmente non contesto, e il regime del licenziamento per ragioni economiche anche per il singolo e anche su questo non ho preclusioni. Ma su quest'ultimo aspetto mi sarei aspettato come contropartita, come detto all'avvio della riforma, degli ammortizzatori universalistici.
Ma per realizzare ciò occorreva disporre di almeno 30-35 ML, sapendo tutti che non erano attualmente disponibili, e di una formazione e gestione di chi ha perso il lavoro onerosi e da mettere a punto nel tempo per essere efficiente ed efficace. Un corretto compromesso potrebbe essere stato di attuare subito, come la riforma prevederebbe, le proposte su discriminazione e disciplinare e quando disponibili i fondi (recupero dell'evasione fiscale e/o spending review) e il sistema di gestione di chi non ha lavoro attuare il licenziamento anche singolo per ragioni economiche. Inoltre tali ammortizzatori ridurrebbero anche il problema della precarietà trasformadola in flessibilità mantenedo gli stessi attuali contratti.
Non sarebbe uno scambio ragionevole se l'obiettivo fosse la reciproca convenienza?
giancarlo

Sillycows ha detto...

La mia impressione è che quello che vien tolto in fatto di garanzie a un gruppo di persone viene aggiunto in termini di maggiori garanzie per tante altre persone. Inoltre non mi limiterei allo stretto ambito del solito art 18 che peraltro (ridimensionato ma restando intoccato per quanto riguarda la discriminazione) viene esteso a tutti. Analizzando l'ipotesi in tutti i suoi aspetti la ritengo sostanzialmente buona, un passo avanti verso una situazione che ci metterà comunque molto ad andare del tutto a posto, anche come reperimento dei soldi, ma bisogna avere un minimo di fiducia in questi governanti e permettere loro di dare inizio al cambiamento, altrimenti lasciamo perdere e teniamoci tutto com'è.
In ogni modo: 1)nessuno ha più diritto di veto: era un'anomalia che andava messa da parte 2)i sidacati dovrebbero mutare mentalità e deporre certi metodi antagonisti che andavano bene tanti anni fa. 3) certi sindacati fanno la faccia feroce per difendere i lavoratori o per difendere il loro potere? 4)Quanto hanno pesato nel mancato accordo le dispute all'interno della CGIL e all'interno del PD?

Anonimo ha detto...

Spiace dibattere solo in due ma sempre interessante lo scambio d'idee.
Non vorrei essere frainteso che occorra mettere a ponto un mercato del lavoro che così com'è non riesce a rispondere alla dinamicità del mercato dovuta alla sua espansione e alla rapida evoluzione e sostituzione delle tecnologiee dove la formazione continua è una necessità.
Ciò premesso occorre avere fiducia nella classe politica ma dovere del cittadino è di controllare e valutare. Ciò che si può temere è ciò che è avvenuto da più di un decennio prima con Treu con l'introduzione dei contratti "flessibili" senza regole e senza prevederne le conseguenze per i lavoratori e successivamente la cosidetta legge Biagi, che si rivolterebbe a intestarsene, dove fingendo di regolarizzare ha tralasciato la seconda parte quella relativa alla "sicurezza".
Per cui confermo che si può accettare completamente la riforma così come è proposta ma caso strano manca sempre la parte riguardante un vero sistema di ammortizzatori universalistici.
E se non ci sono i fondi si concorda un programma di lavoro per procurare ciò che serve. La collaborazione fra lavoratori e imprenditori è il mezzo per creare un sistema economico coeso e idoneo ad affrontare le sfide globali.
giancarlo

Sillycows ha detto...

Sostanzialmente siamo d'accordo, anche se questo mette in crisi la prosecuzione del nostro titanico confronto... In quanto alla mancanza d'interlocutori, in fondo abbiamo discusso (udite udite!!) in quattro! E poi vediamo il lato positivo: pensa che bello avere un blog tutto per noi!